RECUPERO SEMINTERRATI, BENESSERE NON GARANTITO

Nell’ultimo consiglio comunale l’assemblea era chiamata ad esercitare un diritto previsto dalla legge regionale 7 del 2017.
Tale diritto consiste nell’individuare, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della stessa (pochini, peraltro, visto che nel frattempo i comuni erano anche chiamati ad approvare bilanci dell’ente, delle società partecipate ed eventuali variazioni), le zone del territorio dove non applicarla.
Tale legge, infatti, da la possibilità di recuperare seminterrati a fini abitativi andando in deroga alle norme nazionali sull’altezza minima, consentendo un limite minimo di 2,4 metri.

Abbiamo rilevato delle forti criticità nella legge. Prima di tutto la legge fa sorgere, anche negli addetti ai lavori in campo architettonico che abbiamo consultato, delle perplessità sul concetto di carico urbanistico.
Infatti per la legge in caso di incremento del carico urbanistico è previsto l’obbligo di reperire nuovi spazi per parcheggi e servizi consentendo la possibilità di monetizzarli.
In parole povere se si aumenta il peso urbanistico con nuovi abitanti (aumento traffico, richiesta di servizi, etc) si deve compensare la comunità dando spazi per parcheggi e servizi.
Nel caso non sia possibile si da un contributo economico per farlo. Ci si chiede allora come verrà individuato il nuovo carico urbanistico.
Inoltre per le attuali regole del pgt i seminterrati non costituiscono superficie lorda di pavimentazione.
Ovviamente se si parla di abitazione tale regola andrà corretta e di conseguenza saremmo davanti anche a nuovo carico urbanistico. Ci è stato garantito che tale norma sarà corretta.

Un altro problema riguarda gli oneri di urbanizzazione e il contributo ecologico di costruzione. Per la legge infatti saranno esenti i seminterrati entro i 200 metri quadri a scopo abitativo che siano pertinenza diretta dell’unità, cioè ne siano parte integrante. Potrà forse succedere che qualcuno ottenga l’abitabilità e poi separi il seminterrato, rompendo quella pertinenza diretta, facendo dei gradini in giardino e mettendo una porta creando un ingresso separato e quindi un’unità immobiliare indipendente, senza versare gli oneri che dovrebbe? Non c’è il rischio di speculazioni e affitti in nero?
Ulteriore elemento di criticità sono le norme igienico-sanitarie. Le norme vigenti non sono regolate sullo scenario di seminterrati a scopo abitativo alti 2,4 metri. Chi stabilirà le nuove norme per tutelare il benessere dei cittadini? In che modo? Ci è stato promesso che queste problematiche avranno una soluzione in sede di revisione del Pgt.

Altra questione inerente la delibera era il rischio idrogeologico.
La maggioranza ha ritenuto di escludere solo le zone vicino al Seveso ritenute a più alta pericolosità secondo il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni prodotto dall’Autorità di Bacino del Fiume Po.
Tali zone non comprendono tutto il corso del Seveso sul nostro territorio, ma solo alcune parti; su tutto il resto del fiume rimane solo il limite precedente della fascia di rispetto di 10 metri. Purtroppo nelle zone non interessate da questa esclusione (e che quindi rimarrebbero interessate dall’applicazione della legge) c’è l’area della Strecia, dove riteniamo sia molto pericoloso lasciare solo un limite di rispetto di 10 metri. Potrebbe succedere che qualcuno recuperi un seminterrato a 12 metri dal fiume, ma visto il rischio di esondazione (non troppo remoto dato che l’abbiamo rischiata parecchio giusto un paio d’anni fa in quella zona) sarebbe una cosa sicura? Inoltre sappiamo dai geologi che ci hanno dato un loro parere che nel 1956 il livello della falda nel pozzo 6 (via Ligustro) era di 8,7 metri. Negli anni tale livello è sceso, per l’industrializzazione, l’aumento demografico e i consumi alle stelle delle risorse idriche.
Negli ultimi anni invece 3 decenni invece abbiamo assistito a una costante risalita per crisi finanziarie, delocalizzazioni, consumi più razionalizzati.
Siamo passati dai 35 metri del 1992 ai 30 del 1995, dai 21 metri nel 2011 ai 18 metri del 2013. Se presupponessimo un ritorno al livello della falda degli anni 50, considerando il franco di 5 metri della fondamenta previsto dalla deliberazione di giunta regionale 7 del 2003, ci troveremmo un limite per i seminterrati di 3,7 metri, quasi al pelo per poter garantire la sicurezza e il rispetto della legge.

Infine c’è l’ultimo, ma forse primo per importanza, problema: il gas radon. Questo gas incolore, insapore e inodore è altamente pericoloso poiché risulta essere la seconda causa di tumori ai polmoni a causa dei prodotti del suo decadimento all’interno del corpo umano.
Essendo 8 volte più pesante dell’aria ed essendo prodotto all’80% dal suolo, tende a depositarsi appunto nei seminterrati e negli interrati degli edifici. Non esiste per legge un limite di questo gas negli immobili residenziali e questo rende ancor più pericoloso l’abitare in seminterrati, tanto più se non espressamente pensati per tale uso.
Per le forti preoccupazioni in merito a questa silenziosa minaccia abbiamo proposto di eliminare tutto il territorio di Cusano Milanino dall’applicazione di tale legge, pur consapevoli che avrebbe potuto, se fosse stata scritta meglio, aiutare qualche cittadino a risolvere i problemi abitativi contenendo le spese.

La maggioranza ha dapprima , come al solito, ritenuto illegittimo il nostro emendamento usando come al solito un parere del segretario generale non fondato su leggi o regolamenti comunali ma solo su sue personali opinioni. Oramai a tali scorrettezze e violazioni del regolamento da parte della maggioranza ci siamo quasi abituati. Pare che tengano proprio a questo triste primato, che li differenzia da tutte le amministrazioni precedenti. Poi ha promesso che comunque la questione del radon sarà definita anche questa in fase di revisione del Pgt.
Alla fine la legge sarà applicata a Cusano Milanino con pochissime eccezioni, il che appare molto strano visto che in consiglio regionale le forze di opposizione di sinistra si erano fortemente opposte all’approvazione dell legge.

Purtroppo si è deciso di non garantire ai cittadini la tutela del loro benessere, contando su controlli del Comune di autocertificazioni che saranno molto difficili da eseguire, soprattutto alla luce del fatto che persino atti di abitabilità sono stati rilasciati senza alcun controllo, per silenzio assenso.
Noi ce la metteremo tutta per porre rimedio a queste questioni irrisolte lasciate dall’amministrazione.

Movimento 5 Stelle Cusano Milanino

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