ORA ET LABORA….UT RATIO

Apprendiamo con sgomento della decisione della Parroccha di CusanoMilanino di aderire, con nota tramite pagina facebook “Chiesa di Cusano Milanino” del 26 Aprile 2020, all’appello della Conferenza Episcopale Italiana.

La CEI nella nota citata dichiara che i DPCM del 26 Aprile 2020 abbia escluso arbitrariamente la celebrazione della Messa con il popolo.

Innanzitutto la stessa CEI nel medesimo paragrafo dice che vi sono stati settimane di negoziato e pertanto contraddice di per sé che l’esclusione, insistentemente chiesta anche dal comitato tecnico/scientifico, sia stata arbitraria. In secondo luogo valutiamo la decisione dell’esecutivo italiano assolutamente sensata e ragionata visto che tale decisione non vuole minimamente minare il ruolo della Chiesa, che tra l’altro nel nostro Paese gode di grandissimo rispetto e considerazione più che in ogni altro Stato nel mondo, ma semplicemente preservare e tutelare la vita di tutti cittadini residenti in Italia.

I Vescovi italiani parlano, a nostro avviso a sproposito, di compromissione di esercizio della libertà di culto; affermazione gravissima e falsa, in quanto per libertà di culto si intende il poter professare qualsiasi religione in cui si crede, nel rispetto però delle regole fissate dal nostro Stato. Se, ad esempio un rituale di qualche religione infrange qualche nostra regola (pensiamo ad esempio trattamento di animali con modalità particolarmente cruente di qualche culto) i credenti possono certamente professare la loro religione, tranne che per quel particolare rituale. Allo stesso modo i cattolici ovviamente possono professare la loro religione, ma in questo particolare momento non è consentito creare assembramenti con lo svolgimento delle messe.

Questa limitazione è oltretutto relativa perchè come ha fatto la stessa Parrocchia di Cusano Milanino, grazie alle tecnologie di oggi, è stato possibile trasmettere le celebrazioni rituali in streaming, in perfetta sicurezza per tutti.
Se la maggior parte delle attività produttive del Paese non sono ancora ripartite per ovvi motivi, se molte tra queste partiranno probabilmente addirittura nel mese di Giugno, come si può pretendere di poter riaprire gli assembramenti e le riunioni di carattere religioso?

Per quanto possano essere valide le soluzioni prospettate dalla Chiesa per operare in sicurezza, il comitato tecnico/scientifico ha valutato che non è ancora il momento per consentire attività non urgenti che prevedano forte afflusso di persone. Questo vale ad esempio per i teatri e non si capisce perchè non dovrebbe valere per le messe. La stessa Cei ricorda che la Presidenza del consiglio e il comitato tecnico/scientifico hanno la responsabilità di dare indicazioni di carattere sanitario e la Chiesa ha la responsabilità di organizzare la vita della comunità cristiana (anche se sarebbe corretto dire cattolica, perchè i cattolici non sono l’unica chiesa cristiana presente in Italia), nel rispetto delle misure disposte. Proprio per questo i primi stabiliscono quando la situazione sanitaria permette certe attività e i secondi attendono quel momento per mettere in atto tali misure. Se l’intento della Cei era di insinuare un trattamento di due pesi e due misure, beh, questo non si vede affatto in quanto non sono certo gli unici che per la particolarità delle loro attività (grande afflusso di persone riunite in poco spazio) devono ancora attendere. E se si parla di responsabilità si auspica per il futuro che la Chiesa ricordi come certi temi non sono di sua competenza, essendo limitata a questioni etiche, morali e spirituali, non certo sanitarie.

Concludiamo con la citazione della guida della Chiesa Cattolica in tutto il mondo, Papa Francesco:
“In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”

Movimento 5 Stelle Cusano Milanino


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